Museo RAI in musica

30 Ott , 2023 - Musei

by Anna Scudellari

Terrestri o extraterrestri?

In una domenica di questo caldo ottobre 2023, ho deciso di visitare il Museo della Radio e della Televisione RAI di Torino: ho scelto una delle giornate “Museo in musica”, organizzate in collaborazione coi maestri dell’Orchestra sinfonica RAI. Museo più concerto: una doppia opportunità, per di più a ingresso gratuito.

Il Museo RAI è per me un luogo familiare: oltre vent’anni fa, infatti, è cominciato proprio lì – con un piccolo riallestimento museale – quello che sarebbe diventato il mio lungo percorso nel mondo della cultura di impresa.

Il ricordo che conservo degli studi televisivi frequentati in quel periodo è quello di un mondo sospeso, a metà tra il reale e il fantastico… sarà forse per questa caratteristica che il Direttore del Museo ha iniziato la visita “Museo in musica” chiedendo alle persone in sala se si sentissero più terrestri o extraterrestri? Non si tema lo spoiler: il Direttore fa sapere che per lui le visite sono una totale improvvisazione, non ce n’è una uguale all’altra e tutto dipende dal pubblico.

Il museo si sviluppa in un’unica sala: la stessa dei miei ricordi, ma completamente rinnovata nel 2020, e incredibilmente accogliente. I visitatori sono lì – ammettono rispondendo alla domanda del Direttore – per vivere delle emozioni.

Generatori di emozioni

Non c’è bisogno di dire che, in un museo di storia della televisione, ognuno va cercando la propria emozione: dalle scenografie della Melevisione, in mostra per i più piccini nell’atrio dell’edificio, alla postazione del Rischiatutto, funzionante e sperimentabile con il pulsantone da schiacciare per dare velocemente la “risposta esatta” (da leggere rigorosamente come farebbe Mike Bongiorno – per i più giovani la reference si trova comodamente su Youtube).

Io, confesso, sapevo che avrei trovato i costumi originali di Raffaella Carrà, icona assoluta della televisione, della musica e della cultura italiana: me li sono gustati, esposti accanto a una serie di apparecchi TV di varie epoche che rimandavano spezzoni delle sue trasmissioni a colori o in bianco e nero.

L’emozione profonda però è arrivata inaspettata quando la voce di Corrado, riproposta da una radio degli anni Quaranta e amplificata per noi dal microfono del Direttore, ha annunciato la fine della Seconda Guerra Mondiale. “Interrompiamo le trasmissioni per comunicarvi una notizia straordinaria. La guerra è finita. Ripeto. La guerra è finita!”: ho immaginato gli ascoltatori nelle case, all’epoca, correre fuori increduli ed emozionati per annunciarlo ai vicini, e insieme correre in strada a festeggiare. Del resto, il significato di queste parole è ancora oggi così potente da non poter restare indifferenti.

Esperienze live!

Ma come si dice nel mondo dello spettacolo, Show must go on! Così la visita ci ha condotti verso un nuovo colpo di scena: una porta si è spalancata e ci siamo trovati dentro a uno studio televisivo. La scatola magica che tutto può diventare, dove tutto è progettato per essere mutevole, funzionale, tecnicamente impeccabile e ospitare di volta in volta le registrazioni di un talk show, di una trasmissione di divulgazione, di un telegiornale. Chi può resistere alla curiosità degli aneddoti nel backstage?

A questo punto, il programma ci ha ricondotti nella sala del Museo per assistere al concerto del duo di contrabbassi dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Davvero un privilegio poter accedere ad una loro esibizione in un contesto così intimo.

Al termine della visita, un’ultima esperienza di carattere sensoriale: i visitatori sono stati invitati a chiudere gli occhi, ascoltare un brano musicale e riconoscerne gli elementi caratterizzanti. Si trattava del video realizzato per la presentazione del Museo, una performance di musica e danza che non voglio svelare per lasciare la sorpresa a chi, tra i più curiosi, deciderà di visitare questo gioiello di cultura di impresa.

Il motto del museo

“Abbracciamo il presente, valorizziamo il passato, ci apriamo al futuro”

Sfatare i luoghi comuni

Un museo per essere importante deve essere grande

FALSO – Il Museo RAI si sviluppa in un’unica stanza, dove un sapiente allestimento ha saputo creare un’area espositiva, un’area esperienziale, un’area live e un’area di accesso agli studi TV.

Un museo per essere attrattivo deve basarsi sulle interazioni tecnologiche

FALSO – Nel Museo RAI le postazioni tecnologiche non mancano, nemmeno quelle multimediali, ma l’interazione più efficace e dirompente è quella umana. Qui la tecnologia è a supporto di una visita autentica, di un’accoglienza calorosa e di un’esperienza memorabile.

Punti di forza del museo

Il museo è vivo, accogliente, aperto a tutte le curiosità. Riesce a mettere in dialogo diverse generazioni di visitatori. Accompagna alla scoperta dei contenuti attraverso diversi punti di accesso: oggetti, materiali audio-video, QR code, postazioni interattive. E’ un museo che intrattiene e informa. Sono presenti postazioni esperienziali e corner instagrammabili.

Il museo accessibile e inclusivo

Il museo è accessibile a tutti. L’esposizione è arricchita da apparati didattici in due lingue, italiano e inglese. Ci sono postazioni per sedersi. Accanto alle vetrine sono presenti animazioni in lingua dei segni. Il video di presentazione del museo è fruibile anche dalle persone non vedenti.

Il museo on-line


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